Chi ha incastrato la Juventus?

La delusione di Del Piero

Visti i recenti risultati (ma neppure troppo recenti), ci dev’essere un qualcosa che possa giustificare almeno in parte tutte queste sconfitte.

L’allenatore Del Neri non si stà certo mettendo in mostra positivamente, ma non sono proprio convinto che la colpa sia sua. In fin dei conti i suoi due predecessori hanno ottenuto gli stessi deludenti risultati, quindi una spiegazione logica della crisi Juve va cercata altrove.

La rosa della Juventus non può essere la risposta corretta. Se si vuol spiegare perchè la Juventus non è da scudetto, allora la rosa può essere una buona causa, ma per spiegarsi delle sconfitte con Bologna e Lecce ci vuole ben altro. Che Storari sia inferiore a Viviano? Che Bonucci sia inferiore di Portanova? Che Felipe Melo sia inferiore a Della Rocca? Non credo proprio che la qualità dei nostri giocatori, seppur non eccelsa, possa essere paragonata alla qualità di molte provinciali.

La dirigenza è oramai da anni uno dei punti più deboli della Juventus, ma in fin dei conti in campo ci vanno i giocatori. Possono commettere spesso errori, valutazioni errate, acquisti sbagliati, ma non al punto da rendere così inguardabile la Juve.

C’è da dire che ci sono delle attenuanti, come ad esempio i molti infortuni(di cui parlerò presto) che penalizzano ogni stagione juventina, ma la rosa è ampia e dovrebbe permettere quantomeno di giocarsela degnamente con squadre di metà classifica.

Tirando le somme, io non saprei proprio dove andare a sbattere la testa. Nessuno dei fattori citati mi pare sufficiente per dare una spiegazione logica alla debacle juventina. Penso che una risposta certa la si potrà avere solo col tempo, quando la Juventus tornerà una squadra degna del nome che porta e voltandosi potrà sorridere del passato. Allora forse capiremo tutto.

Ma per ora non resta che chiedersi “Chi ha incastrato la Juventus?”

Serie A – Risultati e video 27° giornata

Juventus – Bologna 0-2 (giocata ieri)
49° Di Vaio, 66° Di Vaio
Catania – Genoa 2-1 (giocata alle 12.30)
19° Floro Flores (G), 51° Maxi Lopez (C), 55° Bergessio (C)
Bari – Fiorentina 1-1
21° Gilardino (F), 87° Ghezzal (B)
Brescia – Lecce 2-2
17° Caracciolo (B), 18° Zoboli (B), 31° Corvia (L), 70° Munari (L)
Cagliari – Lazio 1-0
40° Dias (Aut.)
Cesena – Chievo 1-0
90° Jimenez (Rig.)
Palermo – Udinese 0-7
10° Di Natale, 19° Sanchez, 28° Sanchez, 41° Di Natale, 42° Sanchez, 48° Sanchez, 60° Di Natale (Rig.)
Roma – Parma 2-2
19° Totti (R, Rig.), 36° Juan (R), 74° Amauri (P), 79° Amauri (P)

Sampdoria – Inter 0-2
73° Sneijder , 94° Eto’o

Milan – Napoli 3-0
49° Ibrahimovic (Rig.), 77° Boateng, 79° Pato

Leggi il resto dell’articolo

Prossimi Avversari-25° Giornata

Scudetto Maiorca

La 25° giornata della Primera División vede sfidarsi il Real Club Deportivo Mallorca e il Barcellona al Son Moix alle 20.00.

Curiosità. Nel 1998 avvengono le migliori prestazioni della storia del club. Sulla panchina del Mallorca siede Hector Cuper. Ottiene il 5° posto in campionato che gli permette di qualificarsi alla Coppa UEFA. La striscia positiva continua anche nella Coppa del Re dove arriva in finale con il Barcellona: la squadra viene però sconfitta ai rigori. Questo risultato gli consente di accedere alla competizione della Coppa delle Coppe. Il 22 agosto 1998 con la vittoria della Supercoppa di Spagna contro il Barcellona arriva il primo trofeo della storia del club. Questo spettacolare risultato apre una stagione di successi:  l’esperienza nella Coppa delle Coppe si concluse con un’altra sconfitta in finale contro la Lazio. Nella stessa stagione arrivò la miglior posizione in campionato della sua storia, il terzo posto dietro Barça e Real ottenendo la qualificazione per i preliminari di Champions League.

Albo d’oro. Supercoppa di Spagna nel 1998 e  Coppa di Spagna nel 2003.

Modulo. Il Maiorca predilige giocare con il modulo 4-2-3-1. Leggi il resto dell’articolo

Il diavolo e l’acqua santa

Angelo Adamo Gregucci e Antonio Conte

Domani la Dea scenderà di nuovo in campo per la 28° giornata del campionato di serie Bwin. Lo farà per difendere la posizione di capolista (quella prima posizione che attualmente sta salvando la squarda di Colantuono da una marea di polemiche sul non impeccabile gioco della sua squadra) e giocherà al Bortolotti contro il Sassuolo, squadra ostica e immischiata nella zona Play Out.

Per l’occasione rivredremo a Bergamo uno dei “tanti” allenatori della dea della passata stagione (4 se contiamo anche Bonacina, il quale si è seduto in panchina una sola volta in tutta la stagione, nella partita con il Palermo), ovvero Angole Adamo Gregucci .

Il Greg, o come amo chiamarlo io, “l’acqua santa” è, per caratteristiche d’allenatore, l’esatto opposto di Antonio Conte, ovvero “Il Diavolo”. Angelo Adamo non è certo l’allenatore duro  che ti fa sputare sangue, lui stesso diceva di ritenere  il dialogo pacato e sereno più costruttivo e proficuo nel rapporto con il giocatore, rispetto al classico rimprovero “sbraitato”.  Amava fare preparazione con la palla (quella che fanno in SudAmercia per intenderci) e non ha di certo svolto un ritiro estivo di quelli che fanno perdere 5/6 kg ai calciatori. Predicava la dedizione al lavoro, suo e dei suoi calciatori. Ha tenuto il timone soltanto per 4 partite, o meglio per quattro sconfitte, prima di affondare con la sua nave.

È stato sostituito da Antonio Conte. Assieme al suo fidato sergente di ferro (il preparatore Ventrone), l’ex glorioso capitano juventino, faceva svolgere ai suoi giocatori delle vere e proprie sessioni  di allenamento massacrante, degne di un addestramento militare. Ha fatto installare degli amplificatori ai bordi del campo di allenamento, i quali, diffondendo musica militare, servivano da stimolo ai giocatori durante gli allenamenti. È stato intransigente, chi non si allenava o non dava determinati risultati atletici, non giocava. Tutto questo ha portato a diverse crepe nello spogliatoio della Dea perché non tutti i giocatori si sono sottomessi agli ordini del comandante.  La squadra durante le partite, invece di acquisire freschezza atletica, ha avuto le gambe sempre più imballate (colpa forse dei pesanti allenamenti?). La sua esperienza a Bergamo è terminata dopo la partita persa in casa contro il Napoli per due a zero (dove abbiamo superato la metacampo credo massimo 2-3 volte in tutta la partita) e all’indomani della celebre frase pronunciata Leggi il resto dell’articolo

Il challenge: la moviola in campo


Robinho stoppa la palla con il braccio

Accadono ogni benedetta domenica, ogni stagione e in tutti i campionati, errori arbitrali più o meno gravi che possono cambiare il corso di un intera partita e regalare i tre punti a una squadra che magari quei tre punti proprio non se li meritava.
Vivono su questi episodi ogni benedetta domenica, ogni stagione e soprattutto nel nostro campionato molte trasmissioni sportive che spendono ore a evidenziare gli errori in questione, a creare polemiche e inevitabilmente, non che ce ne fosse bisogno, a alimentare un clima di rabbia e odio ormai sempre più presente nel cuore di molti tifosi.

Questa volta è capitato a Inter e Milan, rispettivamente con un goal in netto fuorigioco e un goal viziato da un evidente stop di mano; due errori che per Moratti sono meno gravi del solito in quanto cause di “Una sorta di par condicio”, ma che per il Napoli sono gravissimi, vista la vittoria “Pulita” conseguita contro il Catania che avrebbe da una parte diminuito lo svantaggio con i rossoneri e dall’altra aumentato il distacco dai nerazzurri.

Esiste una soluzione a questo problema? Certo che si: il challenge.
Il challenge è il termine utilizzato nel football americano per chiamare la moviola in campo, una moviola che ha regole ben precise, che non fa perdere tempo e che dà un taglio netto alla maggior parte delle polemiche inutili.
Dovrebbe solo essere adattato al calcio, ma per farlo non è che ci voglia una grande fantasia. Un idea potrebbe essere Leggi il resto dell’articolo

Finché morte non ci separi

Guardiola e il presidente Rosell

Guardiola e il presidente Rosell

Penso che la notizia più attesa di questa settimana per tutto il popolo blaugrana è stata di sicuro l’ufficialità  del rinnovo del contratto di Pep Guardiola. La notizia, che era già nell’aria da tempo, è arrivata mercoledì 23 Febbraio alle 14 direttamente sul sito della società. Personalmente ho tirato un grosso sospiro di sollievo in quanto la paura di un cambio d’allenatore sulla panchina del Barça avrebbe portato più problemi che benefici. Inoltre intorno al nome di Guardiola c’era l’ombra di diverse società  tra tutte l’Inter e il Chelsea. Oltre a Pep hanno partecipato alla firma del nuovo contratto anche altre importanti cariche del club, come Tito Vilanova, Josep Bartomeu e Andoni Zubizarreta.

Ma perchè Guardiola? Io penso che ci siano degli aspetti molto importanti che bisogna tenere in considerazione.

Il primo, sicuramente, è il fatto che Pep sia Catalano. Chi segue la Liga sa benissimo che il campionato spagnolo è condizionato dalla rivalità tra le squadre appartenenti alle regioni autonome e le squadre simbolo del potere centrale dello stato che vede come esempio massimo il Real Madrid. Un esempio molto significativo, per farvi capire, è un episodio successo quest’estate all’arrivo del bomber David Villa. Il numero 7 blaugrana e della nazionale spagnola portava sugli scarpini la bandiera della Spagna. Al primo allenamento i tifosi catalani hanno storto il naso e hanno chiesto al “Guaje” di Langreo di rimuovere la personalizzazione suscitando diverse polemiche.

Il secondo aspetto importantissimo è il fatto che Guardiola ha militato nelle file del Barça: questo vuol dire conoscenza dell’ambiente, dello spirito e degli obiettivi della squadra, apprezzamento della tifoseria, attaccamento alla maglia e voglia di vincere con la propria squadra del cuore. Da giocatore Pep ha collezionato 379 presenze, di cui 224 vittorie, 82 pareggi e 73 sconfitte. Inoltre all’inizio della sua carriera da allenatore si è ” fatto le ossa” con il Barcellona B.

Ultimo aspetto non secondario Leggi il resto dell’articolo

Champions league 2010/11 – Risultati e video andata degli ottavi

15 Febbraio 2011 MILAN – Tottenham 0 – 1
15 Febbraio 2011 Valencia – Schalke 04 1 – 1
16 Febbraio 2011 Arsenal – Barcellona 2 – 1
16 Febbraio 2011 ROMA – Shakhtar Donetsk 2 – 3
22 Febbraio 2011 Copenaghen – Chelsea 0 – 2
22 Febbraio 2011 Lione – Real Madrid 1 – 1
23 Febbraio 2011 INTER – Bayern Monaco 0 – 1
23 Febbraio 2011 Marsiglia – Manchester United 0 – 0

Milan-Tottenham

Valencia-Shalke04

Leggi il resto dell’articolo

Davids 50esima stella bianconera

 

Edgar Davids

Come dimenticarsi del mansueto Davids, mastino di centrocampo della grande juve che fu.

Pochi giorni fa, in seguito ad un sondaggio, Edgar Davids è stato scelto come giocatore per la cinquantesima e ultima stella presente nel nuovo stadio juventino. Sbaragliata la concorrenza di altri “big”come Boniek(che aveva scatenato un mezzo caos per la stella inizialmente assegnatagli), Laudrup, Morini, Birindelli, Cannavaro e altri, con una maggioranza assoluta del 58% dei voti.

Di Edgar ricordo il modo in cui lo soffiammo al Milan, o meglio, il modo in cui il Milan se ne liberò. Un’annata e mezzo a Milano dopo i fasti di Amsterdam, una gamba rotta a Perugia ed Edgar è pronto per essere mandato via. “una mela marcia” lo definì Costacurta.

Davids rinasce alla juventus. Tre scudetti, due supercoppe, una Coppa Italia, due finali di champions. Come dimenticare il Pitbull del centrocampo juventino, lui che intimoriva gli avversari ancor prima di scendere in campo. E che grinta, Edgar  ti avrebbe strappato la palla dai piedi a morsi se avesse potuto. Grinta che però non era meno della sua tecnica. Dribling secco, velocità e potenza. Con i suoi occhialini che lo hanno distinto da ogni altro giocatore. Davids è entrato di diritto nel mio cuore e in quello dei tifosi juventini (o almeno del 58% di questi).

Se la Juventus d’oggi avesse anche solo la metà Leggi il resto dell’articolo

I romantici del bel gioco!

L'esultanza di Colantuono alla fine di Atalanta-Grosseto per il raggiungimento del primo posto in serie Bwin!

La Dea torna dal sempre insidioso Granillo di Reggio Calabria con un buon pareggio, con un punto guadagnato in trasferta (che fa sempre morale, non facciamo i presuntuosi!) e con la prima posizione in classifica riguadagnata dopo una sola giornata di coabitazione con il Novara! A dare un valore aggiunto al risultato ottenuto con la Reggina è il buon rendimento casalingo che la squadra amaranto detiene: infatti può vantare di avere una sola sconfitta in casa su ben 14 partite (in cui ha subito solamente 6 goal, facendo meglio delle prime della classe Atalanata e Novara).

Per non finire con le notizie positive, con questo risultato abbiamo raggiunto i dieci risultati utili consecutivi! Dall’ultima sconfitta in casa contro il Livorno, la Dea, in formato schiacciasassi, ha collezionato ben 6 vittorie e 4 pareggi, subendo solamente 2 goal (ripeto per chi non ha letto bene: 2 goal subiti nelle ultime 10 partite). Una difesa granitica, un centrocampo di buona qualità e tanta quantità e un apprezzabile attacco (11 realizzazioni).

Ma c’è gente che si lamenta perchè non giochiamo bene!!

Si è vero, non avremo il gioco corale del Barcellona, non avremo la potenza d’attacco del Milan, ma lamentarsi in queste condizioni è come piangere miseria perché, dopo una cena sfiziosa e abbondante, ci si è dimenticati si servire la torta.  Scorrendo i vari siti di tifosi della Dea, noto davvero molti commenti negativi sul gioco della squadra, su Mister Colantuono che sbaglia formazione e cambi, su giocatori svogliati e su attaccanti sopravvalutati.

A 28 anni ormai di partite ne ho viste a migliaia e, non essendo accecato dal fanatismo, mi rendo conto che la Dea non offre un gioco spettacolare, ma come del resto non lo offre l’intera serie B (compreso le tanto decantate Siena e Novara). Penso alla partita dominata dalla Dea contro la nostra principale rivale, il Siena di Mister Conte, dove ancora adesso i bianconeri stanno cercando di capire come siano riusciti a strappare un pareggio in quel di Bergamo. Penso ai tifosi del Toro e del Livorno, nobili decadute, che pagherebbero per avere i nostri “problemi”.

E allora sapete cosa Leggi il resto dell’articolo

3+2=?

Galliani e i punti di distacco dall'Inter

Per una volta sono d’accordo con Galliani quando dice che fin ora i punti che l’Inter ha recuperato sono in sostanza 2, ma sentirglielo dire in maniera così ostentata e anche un pò spavalda, mi da i nervi.

Non sono catastrofico, ma piuttosto che puntare il dito contro qualcuno quando le cose sono irreparabili, preferisco fermarmi un attimo e fare il punto della situazione ora che, almeno sulla carta, siamo ancora favoriti per la vittoria finale.
Anche se ieri abbiamo vinto, ho visto ancora una volta molti limiti nel chiudere la partita o per lo meno nel non correre rischi dopo il vantaggio, rischi che tra l’altro hanno portato il Chievo ad un momentaneo e meritato pareggio.

Il goal del due a uno di Pato è stato un fulmine a ciel sereno, una bella giocata di uno dei tanti fuoriclasse là davanti che ancora una volta ha tolto le castagne dal fuoco e che spero sia servito anche come segnale per Allegri, che a mio parere lo sta ignorando troppo in questo ultimo periodo. Non riesco a capire perchè un giocatore così forte debba essere considerato solo come una pedina da buttare in campo solo in caso di necessità, a volte a risultato già compromesso.
Penso che almeno ora che non è infortunato il papero debba essere utilizzato il più possibile e spero con tutto il cuore di non vederlo con un’altra maglia la prossima stagione, anche se a tal proposito probabilmente sono semplicemente un illuso.

La prossima settimana abbiamo una grande occasione e io insieme a altri autori del blog saremo allo stadio per assistere ad una partita che può segnare la via per questo finale di stagione. Probabilmente con una squadra in forma come il Napoli non basterà infatti lasciare tutto al caso e servirà giocare a calcio e giocarci bene per portare a casa un risultato che farebbe crescere Leggi il resto dell’articolo