Calcio d’estate

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Il calcio d’estate, per quanto poco possa contare, è sempre una chimera che rischia ancor prima del via del campionato di generare euforia o forti delusioni. Ovviamente ogni partita, vinta o persa,  ha veramente pochissima importanza se si pensa ai grossi carichi di lavoro a cui ogni giocatore deve sottoporsi quotidianamente.

Ecco i video delle principali partite che si sono svolte nelle prime settimane di questa nuova stagione calcistica:

Sporting Lisbona-Juventus 2-1

Milan Bayern Monaco 1-1 [6-5 d.c.r.]

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Calendario di serie A 2011/12

Evitando di parlare di tutte le buffonate che hanno accompagnato pochi giorni fa si sono svolte le estrazioni per determinare il calendario del campionato di seria A per la stagione 2011/2012. Parlare di sorprese mi sembra inopportuno, in fin dei conti tutti si devono affrontare ed è impossibile stabilire i vantaggi e gli svantaggi senza conoscere ancora i reali valori delle squadre. Sicuramente per importanza, spicca il derby di Milano, che si svolgerà alla penultima giornata e quindi potrebbe essere decisivo in caso di arrivo in volata, una possibilità molto suggestiva.  Gli altri big match sono distribuiti durante tutto l’arco della stagione: si parte alla seconda giornata con Milan-Lazio e si passa alla terza con Inter-Roma e Napoli-Milan. Alla sesta la Juventus ospiterà il Milan, mentre andrà a far visita all’Inter a San Siro alla decima giornata.

Il calendario completo lo potete scaricare  QUI  per farvi un’idea voi stessi dell’ordine delle partite.

E se per caso non foste d’accordo con gli abbinamenti, tornate a fare cinema pure voi!

Finchè c’è Vidal, c’è speranza

Vidal aquisto juventus visite mediche

Arturo Vidal è ufficialmente un giocatore bianconero, lo è oramai già da qualche giorno. Rossi probabilmente non lo sarà mai, a meno che il Villareal dopo aver venduto Capdevilla e Cazorla non decida di far la fine della nostra Sampdoria nel prossimo campionato. Si potrebbe parlare quindi di un Vidal grandissimo acquisto, grande campione, strappato a decine di concorrenti come si potrebbe anche parlare di un Vidal giocatore semisconosciuto, ingaggiato dalla Juventus perchè forse le vere big del mondo non hanno voluto comprarlo a tutti i costi. La cosa migliore da fare probabilmente è non parlarne ora, non sbilanciarsi in affrettati pronostici. Anche perchè la storia recente del mercato bianconero è molto controversa: si parla di giocatori che hanno fatto fare balzi di gioia alti metri ai tifosi, vedi la coppia Felipe Melo/Diego rivelatasi poi una bidonata incredibile, e di giocatori che nessuno voleva come Krasic che poi, seppure discontinui si sono rivelati essenziali per portare a casa molti punti(chissà senza il Krasic dell’andata dove saremmo arrivati). Quindi lasciamo parlare il campo e speriamo che il mister Conte sappia quello che sta facendo.

Il molto probabile non arrivo di Rossi non lo accolgo come un dramma che mi scalfisce dentro, anzi ne sono quasi completamente indifferente. Non tanto perchè non consideri Rossi come un gran giocatore, utile potrebbe senza dubbio esserlo soprattutto in una squadra dove i giocatori passano più tempo in infermeria che in campo. Il punto è che la Juventus, ora, ha bisogno di altro. Ma non vogliamo regalare al povero Conte un bel difensore centrale, tanto per levarci dalle balle Bonucci? Bravo si, promettente sì, ma per ora non è all’altezza della difesa Juventina, visto che negli ultimi 20 anni è stata lo storico punto forte della squadra che pur non dilagando mai vinceva scudetti grazie alle pochissime reti subite. Quindi lasciamo Rossi nel cassetto e formiamo con il Chiello una della coppia difensiva, gli esterni li abbiamo già rinnovati quindi il difesa poi “dovremmo” essere ok.

Vabbè continuerò a sperare invano.

In fondo basta poco per rendermi felice….

 

 

Je so pazz

Io credo che non  se ne possa più. Forse il mio parere non sarà condiviso dai più, ma io la vedo così. Siamo abituati a vedere i grandi del calcio sui giornali per le loro gesta durante l’anno e per i loro movimenti in estate. Balotelli no, mai. O comunque di rado. Il suo nome è sempre accostato ad aneddoti negativi, una specie di poeta maledetto di questo sport. La più recente è l’ultimatum dei compagni di squadra del Manchester City, dopo il tacco nella partita contro i Los Angeles di Sir David. Le critiche, poi, arrivano soprattutto da De Jong, per intenderci uno che durante la partita più importante di tutte, la finale dei mondiali, stava per perforare Alonso con un calcio roteante.

Non giustifico Mario per tutto quello che fa, compie errori e anche con una certa frequenza. Ma sono dell’idea che tutto ciò che fa venga esagerato, esasperato, da sempre.  Sarà che siamo nati lo stesso anno, sarà che se penso a molti grandi del passato, da Sua Maestà Diego Armando Maradona a Caniggia, da George Best a Cantona, fino ai più recenti Rooney e C.Ronaldo, non siano stati un esempio fiuori dal campo, ma io credo che Balotelli venga troppo demonizzato. È un ragazzo di 20 anni che gioca nelle squadre più forti del mondo da un bel po’: un sogno per tutti i calciatori, ma una responsabilità immensa a pensarci bene. Passare dalla Primavera dell’Inter e giocare contro il Lumezzane ad una semifinale di Champions contro il Barça è un volo pindarico mica da scherzi. Arriveranno, come sempre, i moralizzatori, quelli del “Santon, che è anche più giovane, è un ragazzo con la testa sulle spalle”. Per prima cosa credo sia inutile comparare i due ragazzi: Davide un buon giocatore, Mario un campione; inoltre non tutte le persone sono uguali, non tutti possono gestire la celebrità allo stesso modo.
Tutti che dicono “deve crescere”, ma nessuno glielo permette. Non ha mai avuto serenità, in tutti sensi; perfino le cose belle che fa vengono amplificate. Un giorno ha dato £1000 ad un barbone e lì tutti ad osannarlo, Balotelli Santo Subito, come se fosse l’unico giocatore che fa beneficenza. Ecco che, un’altra volta, tutto quello che fa questo campione diventa gigante, ingombrante.  Come può un ventenne crescere in santa pace se sa che ogni cosa che farà, nel bene o nel male, verrà vista come un fulmine a ciel sereno?
Mi duole dirlo, ma resto dell’idea che abbia fatto bene ad andarsene dall’Italia. Un paese bigotto dove insultano ancora per il colore della pelle, poi poco importa se chi insulta tifa una squadra dove militavano o militano giocatori come Sissoko e Mudingayi, di “chiare connotazioni normanne” per citare Aldo Baglio.
Almeno in Inghilterra non viene discriminato per dove è nato ma, si sa, la stampa punge anche là, eccome. Sta a lui essere più forte di tutti, più forte della sua testa un po’ matta e più forte di tutti gli avvoltoi pronti a sopravvivere grazie alle sue gesta fuori e dentro dal campo.

Un ragazzo giovane e di talento come lui deve venire valorizzato e, di certo, sottolineare i suoi errori e i suoi eccessi è una cosa tanto utile quanto necessaria. Ingigantire sempre tutto, invece, no. E purtroppo ormai sono anni che si va avanti così, l’unica cosa che rimane è il talento di Mario, e speriamo sia sempre così. Deve maturare nei comportamenti, ovviamente, ma l’ambiente in cui si trova ad essere si sta rilevando più un ostacolo che uno stimolo. Infine, a tutti quelli che non lo vorrebbero in Nazionale, dico che per noi non averlo in squadra sarebbe come perdere un grande campione. Ma ovviamente finché c’è Iaquinta c’è speranza. Contenti voi.

Finalmente il primo botto… sperando non sia l’ultimo…

Era difficile parlare di questo Barcellona in un periodo cosi “morto” della stagione calcistica. Non ho voluto parlare di calciomercato fino ad ora perchè le notizie che rimbalzavano dalla Spagna erano spesso delle ufficialità poco ufficiali e degli interessamenti non confermati poi dagli agenti e dalla società stessa.

Giorni non troppi lontani da oggi vedevano ormai in veste blaugrana Giuseppe Rossi. Non nascondo che le voci della stampa spagnola, che già da gennaio lo davano accasato al Barça, mi avevano fatto esaltare. Sono un grande estimatore di Giuseppe e mi avrebbe fatto piacere vederlo tra le fila catalane magari in parte a Leo Messi. Ma come tutte le “bombe” di mercato l’interessamento di Rossi è andato scemando a favore di Alexis Sánchez. Mentre sembrava ormai conclusa questa trattativa con l’Udinese si parlava di Sergio Aguero come possibile obiettivo di mercato.

Diciamo che tutti e tre, e non c’è bisogno che lo dica io, sono degli eccelsi giocatori. Tra i tre, come già detto, avrei preferito Rossi. La mia personale opinione è che Sánchez è una sfida della società catalana nel senso che, nulla togliendo all’Udinese, Alexis non si è mai confrontato con la pressione di una grande squadra, con competizioni mondiali e con un palcoscenico abituato a vincere come la realtà blaugrana. Rossi forse era più “maturo”. Mentre Aguero non lo ritenevo necessario vista la presenza David Villa.

Dall’altro lato se c’è una squadra che fa della sua forza i giovani è proprio il Barca quindi la mia speranza è che Alexis possa maturare e dimostrare tutto il suo valore già ampiamente dimostrato a Udine. Inoltre vorrei augurare a Bojan buona fortuna e gli auguro di dimostrare tutto il suo valore. Leggi il resto dell’articolo

Notte bianca a San Siro

Lo stadio Meazza di San Siro

Per chi come me, l’anno passato, si è perso la notte bianca a San Siro c’è una grande occasione: Milan e Inter, visto il successo ottenuto, regalano a tutti gli amanti del calcio un altra grande notte. Venerdì 2 Settembre alle 18,00 i cancelli dello stadio apriranno per una serie di iniziative interessanti per tutti gli amanti del calcio.
Si, perché al di là della fede calcistica che ognuno ha, visitare uno stadio come San Siro in un contesto ancor migliore rispetto alla solita visita guidata pomeridiana è sicuramente una esperienza piacevole e interessante da fare.
Ricordo a tal proposito che il museo di San Siro è il quarto luogo più visitato di Milano e in questo ultimo anno ha totalizzato circa 154 mila visite.
Ma che cosa è di preciso questa notte bianca? L’anno scorso consisteva in una visita guidata del museo e dello stadio, con possibilità di vedere luoghi solitamente off-limits come gli spogliatoi e le torri e anche la possibilità di salire sul tetto per godersi un panorama di Milano inedito; il tutto al modico prezzo di 12,50 €.
Quest’anno le cose sono state a mio parere fatte ancora meglio: seppur nella brochure non sia specificato infatti se sarà possibile vedere gli spogliatoi o salire sul tetto, sono numerose le iniziative aggiunte nello stadio e nell’adiacente zona ippodromo:

  • Tavoli di calcio Balilla
  • Partite di trisball (calcio a tre)
  • Un isola del gusto (che può essere vista come anticipazione al ristorante che aprirà in futuro a San Siro)
  • Una caccia la tesoro per i più piccoli
  • Mercatini
  • Area pony
  • Discoteca dalle 23,30
  • Galleria fotografica sulla storia di San Siro
  • 250 writers dipingeranno dal vivo i più grandi successi di Milan e Inter nelle dodici entrate dello stadio.

Il prezzo Leggi il resto dell’articolo

Il nuovo stadio della Juventus

Torino - nuovo impianto Juve

In questi anni di forte cambiamento per il mondo del calcio (l’Inter vince una champions, le quattro favorite della coppa America vengono tutte eliminate ai quarti) anche la Juventus si è adeguata a modo suo. Mancano ancora pochi giorni all’attesissimo esordio della Juventus nel nuovo stadio di proprietà.

Molti mesi sono passati da quando mister Ranieri, accerchiato dai vari Nedved e Trezeguet, si faceva fotografare sulle rovine del vecchio e vincente stadio Delle Alpi, ed è giunta finalmente l’ora di “tornare a casa”.

Questo nuovo stadio rappresenta un’importante passo avanti nella concezione di “impianto sportivo” che abbiamo in Italia, sotto ogni tipo di aspetto sia logistico e innovativo, che ecologico. Il nuovo stadio della Juventus si presenta come uno stadio nuovo, particolarmente adatto alle famiglie(cosa veramente importante), che si prefigge di essere non solo un luogo di incontro domenicale, ma anche settimanale grazie ai vari servizi offerti. Stilisticamente è quasi perfetto, de gustibus permettendo. E’ stato progettato e arredato dai migliori italiani in circolazione e si presenta come un vero e proprio fiore all’occhiello per tutta l’Italia. Sorgendo sul vecchio stadio Delle Alpi è uno dei pochi stadi che si trova in centro alla città e in un quartiere in grande rivalutazione e crescita, anche appunto grazie a questa nuova infrastruttura. L’impatto ecologico è sorprendente. Oltre a rispettare ogni dettame del protocollo di Kyoto, azzera il rischio di incendi e l’inquinamento atmosferico oltre che a ridurre fortemente l’emissione di gas. Gli impianti solari termici e i pannelli fotovoltaici permettono a questo stadio di avere dei consumi, e conseguenti sprechi, di energia bassissimi. Persino l’irrigazione è innovativa, visto che grazie a  un sistema di raccoglimento delle acque piovane, l’utilizzo d’acqua è ridotto del 50%.  L’occhio all’ecologia non si è limitato alla fase di costruzione del nuovo stadio, ma anche alla demolizione del vecchio. Infatti si tratta di una demolizione “a chilometri 0”  cioè senza spostamento di materiale, visto che gran parte del materiale abbattuto è stato poi riutilizzato per la nuova costruzione. 40.000 mc di calcestruzzo sono stati riutilizzati per il nuovo stadio e 5.000 tonnellate di acciaio, 2.000 mq di vetro e 300 tonnellate di alluminio sono poi state riutilizzate per altri manufatti o spedite in altri stabilimenti per il riutilizzo. Insomma, un’idea di base su cui, ogni nuova costruzione, è giusto che abbia un occhio di riguardo.

Che altro aggiungere, mi auguro che questo nuovo stadio possa portarci sempre più in alto come i vecchi tempi, e mi auguro anche che l’inciviltà delle persone non lo renda “vecchio” già dopo una sola stagione.

La preparazione è sopravvalutata

Ancelotti perplesso

Probabilmente il sopracciglio sinistro di chi ha letto questo titolo si sarà alzato a dismisura in stile “Ancelottiano”, ma lasciatemi subito spiegare il mio punto di vista: la preparazione è si la base per fare una buona stagione e perfino nella squadra in cui gioco, che è una squadra a 7 nel CSI Dilettanti D (probabilmente la categoria più bassa di tutto il calcio Italiano) questa ha una reale importanza, ma penso che in squadre professionistiche sia a volte sopravvalutata. Quello a cui mi riferisco sono i commenti degli addetti ai lavori che a metà campionato se le cose non vanno bene o se ci sono troppi infortuni muscolari se ne escono con un bel “Preparazione sbagliata”; possono realmente due settimane di lavoro incidere sulle prestazioni di tutto l’anno?

Porto l’esempio del Milan, che negli anni passati ci ha abituato a tournée americane tra campi inadatti e temperature molto alte e che già da settimana prossima avrà mediamente una amichevole a settimana in giro per l’Europa e la supercoppa Italiana contro l’Inter a PECHINO a inizio Agosto (tenete presente che il campionato inizia già il 27 di Agosto).

Penso a Ibrahimovic, il giocatore più determinante della passata stagione, che però non ha fatto la preparazione con il Milan come voleva il Milan, o ai brasiliani che si aggregheranno al gruppo soltanto a Agosto per la Coppa America. Aggiungiamo anche che tutti Leggi il resto dell’articolo

Próxima estación Santiago Bernabeu

Non è lo stadio più vecchio d’Europa. Nemmeno il più grande. Ma è come quando a New York per strada si incontrava Marilyn Monroe: non era di certo la donna più alta del mondo, né la più bella, né la più romantica. Eppure tutti, uomini d’affari e barboni, la reputavano una donna estremamente affascinante, forse la più affascinante di tutte quante. Il Santiago Bernabeu è un po’ così. Sorge in un quartiere pieno di grattacieli in stile pacchetti di sigarette, grigi, rettangolari, perfetti, tristi. E anche lo stadio da fuori ha quel pallore, quasi a non volere fare sfigurare il resto degli edifici attorno. Ma si sa, uno stadio vale per quello che ha dentro, quindi si entra. E già sembra di essere a migliaia di distanza da quella Madrid, calda e poco profumata. Sembra quasi di stare al mare da tanto sono azzurri i seggiolini, non fa perfino caldo anche se il termometro ne segna quaranta di gradi. Poi inizi a pensare che li, su quel prato, è successo di tutto. È stato il campo casalingo di Di Stefano, di Hierro, di Roberto Carlos, di Zidane, di Ronaldo, l’altro Ronaldo, Beckham e così via.

E quei madrileni che gestiscono questo immenso impianto lo sanno bene, sanno come trattare gli sportivi, atipici e non, che se passano per Madrid devono per forza fare tappa qui almeno una volta nella vita, come islamici a La Mecca. Quindi è tutto perfetto, tutto studiato: il tour che offrono non lascia indietro nulla. Dalla panoramica mozzafiato fino all’odore di erba degli scalini che portano al campo, visti alla tele chissà quante volte. Poi le panchine più comode di qualsiasi divano medio e la sala stampa, luogo di creazione degli aforismi di Mourinho da ormai molti mesi a questa parte.
Poi c’è lei, la sala dei trofei. Ma sarebbe meglio chiamarla expo dei trofei: sono tantissimi, troppi. E ci sono tutti, dai minori ai maggiori, dai più lontani nel tempo ai più recenti. In quella sala ci sono tante Champions League tante quante ce ne sarebbero se mettessimo in una sala quelle di Inter, Juventus e Ajax. Nove, un’infinità. Nel caso ne vincessero ancora non saprebbero nemmeno dove metterle.
È uno stadio che per noi ha un significato ancora maggiore che per tutti gli altri. I nostri azzurri erano qui nel luglio del 1982 a fare il giro di campo, con in mano la coppa più importante di tutto, dopo un digiuno durato un’infinità. È qui che una squadra italiana ha alzato la Champions League l’ultima volta, nemmeno troppo tempo fa. Leggi il resto dell’articolo

Seconda e terza maglia del Milan – 2011/2012

A distanza di due mesi dalla presentazione della prima maglia per la stagione 2011/2012, arrivano in vendita anche la seconda e la terza che ci accompagneranno per tutto l’anno.
Da sempre la seconda maglia del milan è per ragioni di “Gabola” bianca (in ogni finale di Champion’s Leauge, vinta o persa, il milan ha giocato con questa maglietta) e aspettarsi dei grandi cambiamenti su una maglia monocolore è abbastanza improbabile.

Adidas questa volta mi ha però stupito e nel limite del possibile, dei cambiamenti, sono stati fatti.

Il dettaglio che più spicca è sicuramente l’aggiunta della linea rossonera verticale che attraversa tutta la maglia in prossimità dello stemma e che regala un tocco retrò da me molto apprezzato (chiaro il richiamo alle maglie degli anni 90 con la striscia orizzontale).
Balzano poi all’occhio lo stemma dell’Adidas che passa da nero a rosso, il collo a V che a dirla tutta mi lascia un po’ perplesso e come nella prima maglia, sul retro, la frase “Associazione Calcio Milan” condita da bande orizzontali e verticali tricolore.

Anche la terza maglia porta qualche novità: le sottili strisce rosse orizzontali vengono sostituite da una unica posta sopra lo sponsor, raffigurante un tricolore (si, l’hanno riproposto in tutte le salse quest’anno), sul retro c’è l’ormai nota frase e udite udite: stemma Adidas e del Milan completamente d’orati.
Fin qui tutto ok, ma come non notare le strisce Adidas rosse che, a mio parere, stonano completamente con il resto della maglietta? Immaginatela con le strisce oro come gli stemmi e perchè no anche con quel colletto che solitamente odio; non sarebbe molto più bella ed elegante?

L’abito non fa il monaco e le prestazioni non dipenderanno certo da queste magliette, ma avrete capito che i dettagli di questo tipo mi piacciono molto e vi assicuro che una maglia nera e oro ci stava eccome!
Vi lascio con le consuete fotografie, così potrete farvi anche voi una vostra idea e se non siete d’accordo, ricordate che i vostri commenti sono sempre ben accetti.